Avere i piedi in gamba

Sono tanti i pazienti che lamentano dolori ai piedi e altrettante sono le proposte terapeutiche che considerano l’appoggio plantare come un punto fondamentale per l’intero organismo. La scuola di osteopatia ma anche tutta la branca della chiropratica pongono sull’analisi dell’appoggio plantare un’importantissima enfasi diagnostica e terapeutica.

Esistono pedane in grado di misurare, in maniera scientifica e ripetibile, come l’appoggio plantare modifichi la postura  del rachide e la sua posizione nello spazio. Questo fatto non deve stupirci; siamo esseri bipedi e i piedi costituiscono uno dei sistemi sensori più importanti del nostro corpo; ovvero i nostri piedi inviano al cervello informazioni fondamentali su quanto e quali muscoli contrarre o rilassare per restare in equilibrio e muoversi con più efficacia e velocità possibili.  Si tratta di funzioni sottocorticali, riflesse cioè, che non arrivano in corteccia e quindi per lo più non controllate dalla volontà e dalla nostra coscienza.

Normalmente non ci accorgiamo affatto di quanto i recettori sensoriali presenti nei nostri piedi influenzino la stazione eretta contraendo muscoli profondi della colonna vertebrale ma anche di tutta la gamba. A livello  della rappresentazione corticale del corpo (homunculus sensitivus) possiamo capire quanta poca importanza sensoriale è attribuita ai piedi.

Sappiamo che le labbra e i polpastrelli delle dita sono molto sensibili ma spesso non siamo altrettanto consapevoli dell’estrema e raffinata sensibilità dei nostri piedi. Forse alcuni colgono l’importanza di una scarpa adeguata per stare bene, oppure di quanto un buon massaggio ai piedi possa cambiare la loro giornata e il loro benessere generale. Ci accorgiamo di quanto i nostri piedi necessitino di stare liberi quando di rientro dall’estate siamo costretti a infilarli in scarpe chiuse e rigide e camminare sui pavimenti piatti di strade e case.

Per fare un paragone è come se mettessimo i nostri occhi dietro a lenti spesse e scure, che ci rendono incapaci di cogliere le sfumature dei colori e la profondità degli oggetti, una sorta di incubo per la nostra mente e per la nostra possibilità di vedere il bello e di cogliere le piccole meravigliose  differenze che la natura e il mondo ci manifestano tutti i giorni stupendoci.

Camminare sempre su un pavimento piatto, “artificiale” senza alterazioni di densità senza dislivelli e irregolarità rende il segnale sensoriale ascendente verso il cervello estremamente piatto e povero di informazioni; addormenta la muscolatura tonica, quella adibita alla postura, del nostro corpo.

Questa spiega perché camminare o correre in un bosco è meglio che sul tapis roulant di una palestra; non  è solo la presenza di aria maggiormente ossigenata e ricca di energia vitale, non è solo la presenza della luce solare sia diretta che indiretta, non è solo la bellezza e l’armonia intrinseca della natura, ma anche il suolo inteso come la terra con il suo campo elettromagnetico ma soprattutto  la stimolazione sensoriale data dal suolo irregolarmente naturale. Sassi, rocce, sabbia, fango: tutti questi elementi rendono il terreno ricco di rilievi e durezze completamente diversificate e sempre in cambiamento.

Il piede si adatta a questa biodiversità muovendosi in modo tridimensionale su diversi piani e attivando muscoli a diversi livelli di profondità e in tutto il corpo.

Venendo in studio ultimamente avrete notato i nuovi tappetini scendi-lettino. Si tratta di tappetini dotati di molteplici punte che presto proporremo con diverse densità, da una più rigida a una più morbida. Quella attualmente disponibile è discretamente rigida e risulta un ottimo strumento riabilitativo del piede e dell’intero sistema posturale riflesso. Attualmente abbiamo avviato uno studio per quantificare in modo scientifico i cambiamenti a livello del rachide, della postura e della stabilità.

I risultati dopo pochi minuti di esercizio sono sorprendenti. Lo abbiamo chiamato PPC (Podalic Postural Carpet) e lo consigliamo a tutti, adulti e piccini. La stimolazione ideale è quella di un vero e proprio percorso di 3-5 metri da avere a casa per camminare a piedi nudi o con calzino, se possibile modificando il carico prima sui diversi punti; tallone, parte interna, parte laterale, avampiede, insistendo sulla prima testa metatarsale (alluce).

Un singolo pezzettino potrà comunque essere un grande strumento per esercizi di equilibrio statico e di mobilità dei piedi, sempre caricando in modo specifico e mirato le diversi parti, l’arco plantare, l’alluce e le teste metatarsali, la parte laterale e il tallone. Un lavoro personale che potete fare a casa in tempi molto limitati e con grandi risultati sulla stabilità posturale e quindi sull’equilibrio, sulla correzione posturale dell’intero schema corporeo.

Vi sentirete più leggeri, il collo e il rachide in genere acquisteranno elasticità e aumenterà il vostro equilibrio e senso di stabilità.

Un modo semplice ed economico per riattivare il sistema recettoriale dell’appoggio plantare, che al giorno d’oggi è stato totalmente trascurato e sottovalutato con conseguenze che ancora non siamo in grado di quantificare. Vi consigliamo inoltre di cambiare scarpe il più sovente possibile e appena possibile di favorire le camminate scalzi nella natura.

Catherine Bellwald e Giulio Picozzi