Troppe cose buone

Il benessere che contraddistingue la nostra società e che è andato sempre di più a svilupparsi dalla rivoluzione industriale in avanti trova il nostro corpo impreparato.

L’essere umano era abituato a scarsità di cibo e ora ne abbiamo in abbondanza, molti di noi fanno una vita prettamente intellettuale e sedentaria senza alcun lavoro fisico, inoltre le nostre società sono più sicure e meno violente ed è sempre meno necessario fare attività fisica intensa rispetto a un tempo; tutto ciò sta mettendo in crisi i nostri corpi.

Partiamo dal cibo. Avendo vissuto in situazioni di scarsità di cibo il corpo umano si è selezionato ed organizzato per immagazzinarne il più possibile e al più presto! Nei milioni di anni passati dall’uomo sulla terra abbiamo pertanto sviluppato una facilità a depositare le nostre riserve energetiche in “casseforti” ben definite: pancia, anche e cosce.

Da un punto di vista evoluzionistico siamo stati selezionati per mangiare qualsiasi cosa fosse commestibile.
Al giorno d’oggi il cibo è ovunque e facilmente raggiungibile pertanto tendiamo ad accumulare troppi grassi, per giunta non ne abbiamo più bisogno neanche per riscaldarci … visto come sono ben attrezzate le case moderne a questo proposito.
Possiamo solo controllare il nostro peso continuando a mangiare con moderazione per il resto dei nostri giorni.

Nell’antichità gli sforzi estremi facilmente potevano portare a disidratazione in quanto l’acqua potabile non era così facilmente a disposizione pertanto i nostri corpi hanno sviluppato meccanismi per conservare l’acqua e il sale ma quello che era un vantaggio oggigiorno è diventato uno svantaggio infatti questi individui più facilmente possono andare incontro a fenomeni ipertensivi, soprattutto se si ha l’abitudine di salare tutti gli alimenti che assumiamo.

Molti di noi tendono invece a iper-reagire difronte a stimoli anche modesti. Essere costantemente in allarme poteva fornire un vantaggio
nei tempi antichi in quanto le minacce reali erano all’ordine del giorno e le persone con una maggiore tendenza a preoccuparsi probabilmente avevano più possibilità di sopravvivere e trasmettere i propri geni alla prole. Spesso la tendenza a “panicare” ci porta a stati ansiosi e depressivi. Non siamo più minacciati da bestie feroci o da nemici, ma ancora dobbiamo confrontarci con i problemi della quotidianità e la tendenza ad affrontarli come se fossero delle grandi minacce favorisce l’insorgenza di ansia e depressione. Inoltre la vita moderna, così intensa e veloce, ci sottopone a un continuo bombardamento di notizie cattive e di cose da fare il che aumenta la secrezione degli ormoni dello stress e facilita gli stati di panico.

Infine vivendo in una società più primitiva i tagli e le ferite erano molto più comuni ed chi riusciva a far coagulare il sangue più facilmente aveva più possibilità di sopravvivere a lesioni importanti. Ai nostri tempi anche questo vantaggio competitivo si è trasformato in un handicap di fatto moltissime persone nel mondo occidentale sono in terapia con farmaci che fluidificano il sangue proprio perché un sangue poco fluido sappiamo essere una condizione favorente gli eventi trombo embolici.

Paradossalmente molte delle caratteristiche che ci hanno permesso, come specie, più facilmente di sopravvivere,al giorno d’oggi ci creano difficoltà e problemi di salute.

Questo paradosso ci obbliga a porre maggiore attenzione alle scelte che quotidianamente facciamo rispetto alla alimentazione, alla attività fisica e alle abitudini di vita più in generale.